domenica 12 giugno 2016

UNA PRESENTAZIONE “UN PO’ STRANA”

Appunti sulla presentazione del libro “Zia, lo sai che sei un po’ strana” di Patrizia Ciccani Nella mia “carriera” di relatore, peraltro non lunghissima non mi era mai capitato di presentare un romanzo, un saggio o un qualunque altro lavoro letterario che affrontasse il difficile tema della disabilità: per questo motivo prima di accettare l’invito degli amici e delle amiche dell’associazione “S’olmina e s’Alte” di Magomadas (OR) sono stato un po’ dubbioso. Il presidente dell’associazione Pietro Tilocca, grande lettore e amico mi ha convinto a partecipare come relatore, lanciandomi la sfida: e alle sfide, nonostante tutto, non riesco ancora a dire di no! Premetto di non amare in particolar modo i “tuttologi”, ovvero coloro che pensano di essere “preparati” o “esperti” in qualunque disciplina: non è assolutamente sufficiente aver conseguito una laurea o aver letto una montagna di libri per essere automaticamente competenti in qualunque settore o disciplina! Premetto che ritengo di non aver forse, la giusta “sensibilità”, per affrontare delle tematiche così difficili. Pertanto ho preferito affrontare questa “nuova sfida”, con un profilo molto basso: prima di tutto leggendo il libro, che è un bel volumetto con la copertina arancione, composta da circa 200 pagine di contenuti e aneddoti raccontati con un linguaggio semplice ed essenziale, che fanno intuire la formazione “classica” dell’autrice (che infatti è laureata in lettere classiche con una tesi in paleografia). Chiaramente nel libro- autobiografia, ho ritrovato molto della città di Roma che ho conosciuto e frequentato negli anni ’90: dalle borgate al centro; ma non solo; a Roma abitava una mia cugina disabile (che oggi purtroppo, non c’è più) che aveva dei grossi problemi fisici, ma che comunque manifestava sempre una sorprendente solarità che ho ritrovato nell'autrice; nel libro e in Patrizia Ciccani ho anche rivisto in parte, le difficoltà pregiudiziali affrontate da una delle mie sorelle, che con il suo carattere caparbio e testardo (caratteristiche in possesso anche dell’autrice) ha comunque realizzato i propri sogni e le proprie aspirazioni professionali.
Per il forte impatto emotivo, pertanto presentare questo libro mi è risultato molto arduo: è difficile descrivere un testo simile, senza rischiare di cadere nel patetico e senza inciampare nel pathos che la lettura od il coinvolgimento emotivo del libro possono causare. Per questi motivi, da quasi profano di didattica e pedagogia speciale ho affrontato la sfida con poche parole; credo che più che le parole questa volta possano fare molto di più la forte presenza dell’autrice, che ha comunque trovato in Pietro Tilocca, una valida spalla, capace con la stessa ironia dell’autrice di trovare le giuste parole, per raccontare quest’opera romanzata e autobiografica. Ho trovato molto brave e coinvolgenti le lettrici dell’associazione “Sofia” che hanno letto alcuni dei brani più rappresentativi del libro; mi è piaciuta tantissimo l’altra relatrice Roberta Lollobrigida, sia per la semplicità del suo intervento, sia per la simpatica umanità che ha saputo trasmettere. Perfetta l’organizzazione logistica dei ragazzi e delle ragazze dell’associazione “S’olmina ‘e s’Alte” che hanno organizzato l’evento.

1 commento:

  1. Leggerezza non significa superficialità.

    Alcune considerazioni sulla scrittura di Patrizia Ciccani.

    A mio avviso la leggerezza è uno dei tratti fondamentali dello stile con cui è stato scritto il libro "Zia, lo sai che sei un po' strana?!", assieme alla "asciuttezza" senza troppi fronzoli che rendono scorrevole la lettura del testo.Proprio grazie a queste caratteristiche si è subito coinvolti in un tipo di lettura che ci coinvolge emotivamente. Il coinvolgimento emotivo che subito proviamo già dalle prime pagine ci accompagna per tutto il libro e ciò che cambia è il tipo di sentimento, la natura dell'emozione, a seconda degli episodi che vengono descritti. Episodi che ora sono drammatici, ora divertenti, o che lasciano spazio a pensieri e considerazioni dell'autrice sugli argomenti che intende approfondire. Si prosegue quindi nella lettura sentendo viva la curiosità per degli avvenimenti che riguardano la vita dell'autrice, ma che appartengono anche alla quotidianità e all'esperienza di tutti noi. Ci racconta della sua nascita, di quando era bambina e poi adolescente e adulta, della scuola, della famiglia, delle amicizie, degli innamoramenti, dei viaggi, del lavoro ecc...Noi però viviamo questi racconti attraverso un punto di vista nuovo e originale, quello della disabilità dell'autrice, e qui capiamo tante cose della vita di una persona con problemi di disabilità. Li capiamo nel modo più efficace possibile proprio perché la scrittura di Patrizia Ciccani ce li fa vivere, il nostro è un apprendimento emotivo, e la pagina scritta è il mezzo, lo strumento attraverso il quale tutto ciò avviene.
    Ecco perché sono convinto che questo piccolo libro, una volta letto, sarà difficile da dimenticare.

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