venerdì 4 novembre 2016

Questa sera 4 novembre 2016, alle ore 19 presso la libreria Emmemì di Macomer (NU), presenterò il romanzo di Antoni Flore Motzo. Vi aspettiamo numerosi.
Recensione del romanzo “Le pietre di Leàri” di Antoni Flore Motzo ”, edizioni Arkadia, Cagliari, 2016. Antoni Flore Motzo, giovane storico e operatore linguistico e culturale di Scano Montiferro (OR), esordisce nel mondo letterario con un gradevole e scorrevole romanzo storico, ambientato nella Sardegna, non ancora totalmente romana, nelle concitate fasi successive alla battaglia di Cornus del 215 a.C. Il romanzo “Le pietre di Leàri”, è di agile lettura: personaggi, fatti, luoghi vengono descritti con un tipo di scrittura che si avvicina a quella cinematografica; i capitoli del libro (che consta in tutto di 150 pagine) sono brevi e non permettono al lettore di avvertire alcun senso di stanchezza nella lettura. La lettura del romanzo è pertanto rapida e piacevole: la storia, le vicende dei protagonisti e la descrizione dei luoghi vengono raccontati con grande precisione e sintesi. Di notevole valore l’approccio alla psiche dei personaggi, l’orografia dei luoghi e la precisione storica , seria testimonianza di un grande lavoro di ricerca approfondito e durevole. Il protagonista del romanzo è Birò, il condottiero o meglio “Giudice” della tribù degli Olèa, che vive stanziata nelle aspre alture dei Monti Ver, dove il condottiero risiede nel villaggio montano di Leàri, con l’anziana madre Sirbàna, la moglie e i tre figli; al protagonista si contrappone un romano di seconda generazione Lucio Erennio Fausto, che invece risiede nel villaggio romano di Turre, ai piedi dei Monti Ver con la bella, giovane e viziata figlia Erennia. Birò, dopo l’alleanza con altre tribù delle zona, compie alcune azioni di guerriglia contro i romani; nel corso di queste azioni, avrà modo di conoscere il giovane e valoroso guerriero Naragulé, con il quale tuttavia, avrà inizio una tacita rivalità. Le azioni di guerriglia di Birò, inizialmente coronate dal successo, porteranno ad una spietata controffensiva romana, nella quale sarà impegnato direttamente il proconsole Tiberio Sempronio Gracco, che dopo aver inizialmente incassato una dolorosa batosta, deciderà di avvalersi dei consigli di Erennio per stanare i sardi pelliti dalle loro roccaforti. La potente reazione romana, seppur coronata dal successo militare, comporterà tuttavia un prezzo molto alto di vite umane per entrambe le parti, tanto da alimentare profondi dubbi sull’effettivo valore della conquista romana della Sardegna. Le vicende storiche riportate nel romanzo, ci regalano un’ulteriore conferma, di quell’innata voglia di libertà, che i Sardi, talvolta inconsciamente, portano da sempre nel cuore.